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.sassolini.» «Questo è possibile» disse Poirot.«Sono sempre disposto adammettereuna coincidenza.Lei che ne pensa, sovrintendente?» «Mah! La signora Lydiami sembra così per bene.Mi sembra strano chesia immischiata così in una faccenda poco pulita.Però non si samai.» «A ogni modo» asserì il colonnello «qualunque sia la verità suidiamanti, è fuor di dubbio che la signora col delitto non ha nulla ache vedere.Al momento del delitto la donna si trovava in salotto,secondo la deposizione di Tressilian.Ricorda, Poirot?» «Non hodimenticato.» «Ora procediamo» disse Johnson.«Ci sono novità, Sugden?»«Sissignore.Ho qualche informazione.Su Horbury, per esempio.Soperché aveva tanta paura della polizia.» «Furto?» «No, estorsione didenaro con minacce.Una specie di ricattoperfezionato, insomma.Se l'è cavata per insufficienza di prove, masiccome credo che abbia parecchie cosette del genere sulla coscienza,l'arrivo della polizia deve avergli fatto una bella paura.» «Ho capito.Altro?» «Sì.La.ehm!.la signora Maude Lee.Prima del matrimonio vivevacon un certo comandante Jones, che passava per suo padre, ma non loera.Il vecchio signor Lee, buon conoscitore di donne, deve essersidivertito a sparare un colpo a caso, e azzeccò giusto!» «Questocostituirebbe un altro motivo per il delitto.La signora puòaver creduto che il vecchio sapesse qualcosa e intendesse parlarne almarito.Già, quella storia della telefonata è poco chiara.»Sugden suggerì:«Perché non interrogarli insieme, e chiarire così questa faccenda?».«Buona idea!» fece il colonnello.Suonò e, quando Tressilian comparvegli disse: «Preghi il signor George di venir qui, con la signora».«Subito, signore.»Quando il vecchio si fu voltato per andarsene, Poirot disse:«La data su quel calendario è stata toccata, da quando è avvenuto ildelitto?».Tressilian si volse:«Quale calendario, signore?».«Quello laggiù, sul muro.»I tre uomini sedevano ancora nel salottino di Alfred Lee.Ilcalendario in questione era uno di quei grandi calendari a muro da cuisi strappa ogni giorno un foglio, con la data a cifre vistosissime.Tressilian guardò socchiudendo gli occhi, poi si avvicinò lentamenteal calendario.Quando fu a mezzo metro dal foglio con impressa lagrande data rossa, disse:«Scusi, signore, ma i fogli sono stati regolarmente tolti.Oggi èappunto il ventisei».«Ah già, è vero.E chi può esser stato ad aggiornare il calendario?» «Cipensa sempre il signor Alfred, ogni mattina.E' molto metodico.» «Grazie.»Tressilian uscì e Sugden disse, perplesso:«C'è qualcosa di poco chiaro su quel calendario? Ho trascurato diosservar qualche indizio?».Poirot scrollò le spalle:«Oh il calendario non ha importanza.Ho voluto solo fare un piccoloesperimento».Il colonnello Johnson disse:«Domani ci sarà l'inchiesta.Verrà aggiornata, naturalmente».«Sissignore» fece Sugden.«Ho già parlato in proposito del "coroner".»2.George Lee entrò con la moglie.«Volete accomodarvi?» gli disse Johnson.«Dovrei chiedervi alcunischiarimenti.» «Sarò felice di esserle utile in tutto quanto posso» risposeGeorge con enfasi.«Naturalmente» fece eco Maude, con voce piuttosto fievole.Il colonnello fece un cenno del capo a Sugden, il quale chiese:«Si tratta di quelle telefonate, nella sera del delitto.Lei disse diaver telefonato a Westeringham, vero, signor Lee?».«Sì» rispose George, freddo.«Ho telefonato al mio agente elettorale.Se vuole interpellarlo, saprà che.»Sugden alzò una mano per arrestare il flusso di parole:«Certo, certo, signor Lee.Non è di questo che si tratta.La suachiamata avvenne alle 8,59 precise, vero?».«Ecco.con assoluta esattezza non saprei dirlo.» «Già» ribatté Sugden «manoi sì.Noi controlliamo sempre queste cosecon grande esattezza e precisione.Sicuro.La chiamata avvenne alle8,59 e terminò alle 9,04.Suo padre, venne ucciso alle 9,15.Devoquindi chiederle nuovamente conto dei suoi movimenti al momento deldelitto.» «Ma.stavo telefonando, l'ho detto.» «No, signor Lee, non stavatelefonando.» «Sciocchezze! Dovete aver commesso un errore!.Bene.ecco,forseavevo appena finito di telefonare.stavo pensando se mi convenissefare un altra chiamata.se.ehm!.ne valesse la spesa.quandoudii il frastuono di sopra.» «Ma non sarà stato incerto se fare unatelefonata, o no, per dieciminuti almeno!George divenne paonazzo.«Ma che cosa intende dire?» proruppebalbettando per l'indignazione.«Che diavolo significa? Questa è unamaledetta impudenza! Dubitare della mia parola? Della parola di unuomo nella mia posizione? Perché dovrei render conto di ogni minutodel mio tempo?»Sugden disse, con un'ostinazone che Poirot ammirò:«Questa è la regola».George si volse adirato a Johnson.«Lei, colonnello.approva questo inqualificabile atteggiamento?»Il capo della polizia rispose tranquillamente.«Quando è avvenuto un delitto, signor Lee, è necessario porre certedomande, ed è necessario rispondere.» «Ma io ho risposto! Avevo finito ditelefonare e stavo chiedendomi sedovessi fare, o meno, un'altra telefonata.» «Era dunque in questa stanza,quando avvenne, di sopra, quelfrastuono?» «Ehm.sì, ero qui.»Johnson si volse a Maude.«Se non erro, signora, lei disse di esser stata lei a telefonare,quando quel chiasso si fece udire, e che in quel momento era sola inquesta camera, no?»Maude appariva inquietissima.Trattenne il fiato, lanciò un'occhiata aGeorge, poi a Sugden, guardò supplichevolmente Johnson e finalmenterispose:«Oh.ecco, non ricordo bene quel che posso aver detto.ero cosìsconvolta!».Sugden disse:«Noi abbiamo fatto un verbale della sua deposizione»Maude volse subito contro di lui le sue batterie: occhi spalancati,labbra tremanti.Ma si vide opporre la rigida indifferenza di un uomoaltamente rispettabile e che non nutriva alcuna simpatia per il suo"tipo".Maude disse, con voce malsicura:«Io.io.certo ho telefonato.Non saprei dire con sicurezzaquando.» Tacque, e George le chiese:«Ma che cos'è questa storia? Da dove hai telefonato? Non certo daqui».«Secondo me, signora Lee» disse Sugden «lei non ha per nulla telefonato.In tal caso dove era e che cosa stava facendo?»Maude si guardò intorno con aria smarrita, poi scoppiò in lagrime
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