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.Ci vedrai scioc-chezze ancora, e birbonate, e tutto quello che vuoi, maricordati che la scienza l albero del bene e del male.Ors, vieni con me, che debbo rendere una visita, ti pre-senter ad un signore che ti potr giovare. un uomodotto? un uomo che sa vivere, ricco, molti amici,gran casa, gran conversazione, pranzi, balli, buon cuore,buona famiglia, ci viene mezzo Napoli: vedrai.Andammo adunque a casa questo don Domenico, ilquale ci ricevette con le braccia aperte e un fiume di pa-role, chiamando: Mariantonia con un vocione sono-Letteratura italiana Einaudi 46Luigi Settembrini - Ricordanze della mia vitaro.Usc la moglie donna Mariantonia, una grassona ru-giadosa, butirosa, e contenta come una Pasqua, chesdraiatasi sopra un sof, e fattomi sedere vicino a lei co-minci, come se ci conoscessimo da un pezzo, a dirmitutti i fatti suoi, e a dimandarmi dei miei: mi present lesue figliuole che avevano belle maniere, e due visi fre-schi e grassocci come due crisomele; e mi disse che laprima andava pazza per la musica, e la seconda per lapoesia e leggeva sempre il Metastasio.Indi a poco venneun prete grigio ma lindo, il quale era il cappellano di ca-sa: poi sopraggiunsero altre signore e signori, e la briga-ta divent numerosa.Si parl della gran festa stata ilgiorno innanzi nella chiesa dei Pellegrini, della bellacomparita che vi facevano tanti fratelli vestiti col saccorosso e coi torchietti in mano, e del grande affaccendarsidi don Domenico che nell arciconfraternita era come lamestola nella pignatta: si parl del Re che allora viaggia-va pel regno, ed era festeggiato dalle popolazioni; poi siparl di quel che tutti parlavano a quei giorni, della Ma-libran, mirabile cantatrice, la quale la sera innanzi avevacantato tanto divinamente nella Norma, che una schieradi uomini invasati di quella dolcezza l avevano accom-pagnata dal teatro a casa con torchi accesi e gridando glievviva. Oh, signor marchese, disse don Domenico adun signore, fateci sentire la vostra poesia su la Mali-bran, che mi dicono esser bellissima. S, s, fateci que-sto regalo, dissero alcune signore.E il marchese senzafarsi pregare due volte si forb le labbra, e recit.MariaMalibran aveva mirabile voce e mirabile arte di canto, efra quante donne finora hanno cantato su i teatri non siricorda una maggiore di lei: ma io avevo la fanciullaggi-ne di sdegnarmi che ad una cantatrice si offrissero tantionori, tante ricchezze, e tanti versi, e si lasciasse morir difame tanti generosi; e pi mi sdegnavo pei versi che allo-ra se ne fecero tanti e tanto schiocchi; e io me la pigliavocon lei, e dicevo: Se ella non fosse una sciocca nonLetteratura italiana Einaudi 47Luigi Settembrini - Ricordanze della mia vitapermetterebbe questa profanazione della poesia. Ve-dete pazzia! I versi del marchese colmarono il sacco; eandato a casa tirai gi di un fiato una satira contro i poe-ti lodatori delle cantatrici, che tosto fu sparsa da un mioamico, e piacque perch era agra.Se n ita, e non mi ri-cordo pi che i primi tre versi:O caste Muse, al vostro santo ostelloIo vengo accusator di gente vileChe forma delle lettere un bordello.Un avvocato Gian Domenico Lanzilli si sent offeso, emi rispose: io replicai pi salato: si offesero altri, e io eb-bi brighe e parole.Per farmi paladino della poesia pocomanc non fossi accoppato e fatto a pezzi dall irritabilegenia dei verseggianti.Ci vollero gli anni ed i guai percavarmi del capo quel ruzzo di far versi.Tutto questoavvenne come in un bicchier d acqua.Le buone accoglienze e i consigli di mia zia m indus-sero a tornare pi volte in quella casa la sera.Ivi in unastanza si giocava a carte, in un altra si chiacchierava, sisonava il pianoforte, e quando c erano alcune paia difanciulle e giovinetti si ballava a la lunga
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